Tous et tout pour... qui?
Tous et tout pour... qui?

Se la guerra in Francia non fosse bruscamente terminata con la resa del 25 giugno 1940, il nuovo American Field Service sarebbe diventato in breve tempo una associazione imponente, persino più grande di quello che era stata nel 1917.

Tous et tout pour... qui? L'afflusso crescente di donazioni, la quantità di richieste formulate da nuovi volontari (centinaia ogni settimana), lasciavano presagire una crescita esponenziale: e per l'autunno del 1940 Galatti aveva previsto il completamento di dieci nuove sezioni da inviare in Francia.
La resa dei Francesi ai Tedeschi, inimmaginabile solo un mese prima, lasciò AFS in una situazione paradossale: una grande quantità di denaro, uomini e mezzi e nessuna idea di come utilizzarli.

Il periodo che va dal giugno del 1940 al novembre del 1941 si rivela ricco di tensioni contraddittorie e vede l'American Field Service agire su diversi fronti (in Inghilterra, in Grecia, in Kenya, in Palestina, Siria e Libano) alla ricerca di una nuova identità. George Rock, storico dell'American Field Service, lo definisce opportunamente Interim activities, ossia attività compiute in una sorta di intervallo, durante il quale l'AFS subisce una sorprendente metamorfosi, allargando il suo raggio di azione dalla sola Francia al mondo intero.

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L'AFS in Inghilterra: prove di un'alleanza nuova.

Dopo la caduta della Francia, l'American Field Service fornisce sostegno all'American Ambulance inglese gettando le basi per una nuova e duratura alleanza.

Tous et tout pour la France, Tutti e tutto per la Francia: questo era il motto originale dell'AFS e nel 1940 era ancora pienamente in vigore. Le ragioni del legame di amicizia fra la Francia e gli Stati Uniti erano impresse a fuoco nella mente di Abram Piatt Andrew, fondatore di AFS, come lo erano nella mente di ogni patriota americano: è stato con l'aiuto di Lafayette e della Francia che gli Stati Uniti hanno potuto assaporare la libertà e l'indipendenza dagli Inglesi.

Proprio in Inghilterra, nel giugno del 1940, trovano rifugio i volontari dell'American Field Service sorpresi in Francia dall'invasione tedesca. Non passa neppure un mese che Wallace B. Phillips, industriale americano e filantropo, direttore della American Ambulance in Gran Bretagna, chiede ufficialmente la collaborazione dell'American Field Service: la Francia è caduta, ma resta moltissimo lavoro da fare. La Seconda Guerra Mondiale offre scenari inediti: i bombardamenti dei Tedeschi sulle città inglesi richiedono l'intervento dell'Ambulanza Americana, per portare assistenza alla popolazione civile.

Galatti non indugia: ha uomini, denaro e mezzi. È inoltre sufficientemente pragmatico per sapere che in questo momento non si può rifiutare la richiesta inglese: se non è possibile aiutare direttamente la Francia occupata dai tedeschi e in preda a una devastante crisi politica interna, AFS aiuterà gli Alleati. Il 3 luglio del 1940 partono per l'Inghilterra le prime ambulanze: alla fine della guerra l'American Ambulance in Gran Bretagna potrà contare su 260 ambulanze, di cui 149 donate da AFS.

A causa della mobilitazione generale dell'esercito inglese, impegnato a combattere le forze dell'Asse su più fronti (Europa, Nord Africa, Medio Oriente, India-Birmania), le ambulanze inglesi sono guidate da donne, appartenenti al MTC (Mechanized Transport Corps) e al WTS (Women's Transport Services).

La American Ambulance opera da 17 stazioni, di cui 5 a Londra. Alcune testimonianze raccontano l'umanità, l'eroismo e il sacrificio di queste donne, alla guida di ambulanze dell'AFS.

«Cardiff. Il lunedì seguente quella terribile prova, andai a Bristol. Le fiamme non erano state domate, uomini erano ancora intenti a scavare fra le rovine alla ricerca dei sepolti e intere strade erano ancora coperte da cumuli di mattoni e macerie. Questa bellissima città aveva perso il suo antico splendore: danneggiato, ma non distrutto. In strada ho visto una donna seduta accanto a una piccola stufa a petrolio intenta a preparare tazze di té. Dietro di lei, una fila di piccoli cottages ridotti a scheletri, anneriti e fatiscenti. Eppure se ne stava lì a preparare il té per i vicini, allegra e senza lamentarsi, priva di acqua corrente, luce o gas. Mi ha detto: "Ho molto di cui rendere grazie, Signorina. Io non mi sono fatta neppure un graffio e sono riuscita a salvare la vecchia teiera marrone. Cara, prendi una tazza di té"».

«West Kensington. Dopo aver lasciato i nostri pazienti al sicuro, a casa loro in campagna, stiamo ritornando a Londra. È buio pesto, neppure le stelle riescono a fare breccia in questo black out; appena arriviamo nelle vicinanze di Londra le sirene cominciano a suonare e immediatamente dopo ecco le bombe. In lontananza molti fragori e luci - un rumore rassicurante quando ci hai fatto l'abitudine. Non ci vorrà molto per arrivare a casa, dato che la luce prodotta dal fuoco di sbarramento ci illumina la strada. All'improvviso un colpo. Qualcosa ha colpito l'ambulanza! Con uno stato d'animo ben lontano dal coraggio, siamo scivolate fuori per dare un'occhiata e scoprire che un grosso frammento di shrapnel ostruiva la strada, dopo essere passato attraverso un tetto. La prossima volta non andrà così male, ora sappiamo che rimbalza».

Il servizio di questi ambulanzieri, in larghissima maggioranza donne, continuò per tutta la guerra, fino al 23 giugno 1944, quando cessarono i bombardamenti tedeschi. La American Ambulance inglese trasportò, con il decisivo contributo di AFS, 550.000 pazienti, compiendo 200.000 viaggi per un totale di quasi 17 milioni di chilometri.

Ma non c'era solo l'American Ambulance inglese. Nel dicembre del 1940 apre a Londra l'Eagle Club, base logistica e luogo di incontro per i volontari americani dell'AFS in Europa: là vennero strette nuove alleanze e pianificate collaborazioni con l'esercito inglese.

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Con la Francia, ma non in Francia.

Il sostegno dato dall'AFS alle forze francesi libere di De Gaulle si concretizza nell'invio di uomini e mezzi in Palestina presso l'ospedale mobile gestito dalla scrittrice americana Mary Borden: per la prima volta i giovani volontari americani prestano servizio fuori dall'Europa, in un contesto fortemente interculturale.

Nel giugno del 1940 il generale Charles De Gaulle è fuggito in Inghilterra dove organizza le Forces Françaises Libres per combattere insieme agli Alleati contro i Tedeschi: non in Francia e neppure in Europa, dove al momento era impossibile; ma in Medio Oriente e nel Nord Africa. Due mesi dopo, all'inizio di agosto, Galatti offre l'aiuto dell'AFS: ma i Francesi sono apparentemente troppo male organizzati per poterne approfittare.

La prima collaborazione fra l'American Field Service e le Forze Libere Francesi si attua in Palestina grazie all'intervento decisivo della scrittrice Mary Borden (le donne dell'AFS?), moglie del generale inglese Edward Spears, capace di riorganizzare in Palestina l'ospedale mobile già operativo in Francia nel 1940.

Con il contributo di AFS e sotto la supervisione di Peter Muir fu organizzata una unità di 17 uomini, di cui 5 veterani di Francia. Il 1 gennaio 1941 questo gruppo, comandato da Muir, parte in aereo da Miami per Rio de Janeiro da dove, per nave, passando da Città del Capo e da Suez, sarebbe arrivato a destinazione.

Tous et tout pour... qui? Dopo innumerevoli peripezie, che coinvolsero anche l'equipaggiamento e le ambulanze, impigliate fino a maggio in qualche burocrazia coloniale, i volontari AFS vengono finalmente assegnati all'Hadfield Spears Mobile Hospital operativo a Sarafand, a ovest di Lydda, in Palestina. Benché l'ospedale fosse, teoricamente, a servizio delle truppe libere francesi, questi ultimi non erano in grado di occuparsene: così, complice una malattia tropicale che tenne Mrs. Burden fuori gioco per diverse settimane, il gruppo dell'AFS si trovò a convivere con un altro gruppo di volontari, di nazionalità inglese, formato da obiettori di coscienza quaccheri.

Tornata in salute, Mrs. Borden constata con amarezza che purtroppo fra i volontari AFS, «giovani e selvaggi milionari di New York» (wild young millionaires from New York), e i «miti obiettori di coscienza inglesi» (mild British conscientious objectors), non erano nati quei sentimenti di amicizia che lei aveva sperato. George Rock osserva che i contrasti, anche duri, fra i due gruppi, non portarono alcun danno al servizio, svolto con dedizione ed efficienza per tutta la durata della campagna militare di Palestina, Siria e Libano.

Quel conflitto, situato su uno scacchiere periferico, ma di grande valore strategico, vide fronteggiarsi le Forze Libere Francesi e gli Alleati da una parte, le truppe francesi di Vichy dall'altra, fino alla definitiva vittoria alleata del 12 luglio del 1941.

Tous et tout pour... qui? Per AFS è la prima vera prova di collaborazione interculturale: i giovani volontari americani si trovano in Palestina, Siria e Libano, l'esercito che accompagnano è un mosaico di razze (indiani, australiani, neozelandesi, pakistani, inglesi, francesi, algerini, marocchini, senegalesi) e religioni (cattolici, cristiani protestanti, induisti, musulmani e i quaccheri).

Concluse le operazioni militari, dove AFS compie fino in fondo il proprio dovere, l'arrivo di una nuova ondata di obiettori quaccheri dà il colpo finale a quella fragile convivenza: quei giovani inglesi, tanto pii quanto miti e controllati, rappresentavano evidentemente una sfida troppo dura. I volontari AFS rompono le righe: per andare direttamente a combattere con i Francesi in medio oriente o in Nord Africa; oppure per fare ritorno in patria o in Inghilterra, in attesa di nuove istruzioni.

Tous et tout pour... qui? Contemporaneamente, Peter Muir offre una sezione di ambulanzieri agli Inglesi, che sono impegnati su tutti i fronti e hanno bisogno di mezzi e uomini.

Nasce così un dissidio interno ad AFS fra anglofili e francofili. La missione di AFS resta Tous et tout pour la France, non si discute. Ma ora che la Francia è caduta in mano ai Tedeschi e che il Governo di Vichy ha tradito i veri francesi, i francofili preferiscono offrire un aiuto diretto a De Gaulle e alle forze francesi libere; gli anglofili ritengono meglio fornire un aiuto agli Inglesi, che sopportavano da soli l'intero peso del conflitto.

Nella confusione di quei mesi i vertici AFS presero la decisione: aiutare gli Inglesi. L'American Field Service stava per aprirsi al mondo.

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In Kenya e in Grecia

Anche in Grecia, terra d'origine di Galatti, l'esercito tedesco riesce ad arrivare prima che gli Ambulanzieri dell'AFS possano entrare in servizio. L'unità costituita in Kenya viene invece donata al governo locale per uso civile data la scarsa consistenza dell'offensiva italiana.

Fra le ambulanze destinate in Francia alcune vengono dirottate in Kenya, in previsione di un attacco italiano. Dopo un viaggio avventuroso, gli chassis arrivano in Kenya nel novembre del 1940. Le ambulanze sono riprogettate dalla General Motors di Nairobi tenendo conto del clima africano. Guidata da ambulanzieri indigeni, la Leeds Unit dell'AFS entra in servizio nel gennaio del 1941. La campagna però fu di breve durata per la scarsa consistenza dell'esercito italiano, di cui erano state sovrastimate le forze. Con il permesso di Galatti, l'unità fu alla fine donata al governo del Kenya, per usi civili.

Dopo l'intervento nei Balcani durante la Prima Guerra Mondiale, all'inizio del 1941 Galatti decide di mandare una unità dell'AFS nella sua terra di origine, la Grecia, ad aiutare gli Alleati minacciati da Italiani e Tedeschi.
Come già avvenuto in Francia, anche in Grecia le forze dell'Asse avanzano con una impressionante facilità: i Tedeschi entrano ad Atene il 27 aprile 1941. Dei circa 60.000 soldati inglesi, 48.000 sono evacuati a Creta: le ambulanze, arrivate da Bombay il 23 aprile, sono immediatamente reimbarcate. Il 27 maggio, alla caduta di Creta, un gran numero di soldati inglesi e di rifugiati si dirigono in Siria e sono aggregati all'esercito greco, che si riorganizza con l'aiuto degli inglesi.

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