Se l'interesse per la scienza medica e il problema del soccorso ai feriti furono la vocazione dell'intera vita di Florence Nightingale, il caso di Jean Henri Dunant (1828-1910) è molto diverso. Umanista e imprenditore ginevrino, animato da una fervente fede religiosa di stampo calvinista, fin da giovane si impegna in numerose attività caritative e filantropiche che, a causa della sua ingenuità, si trasformano in catastrofici rovesci finanziari.
Proprio per rimediare alla bancarotta che minaccia una grande impresa caritativa avviata in Algeria, Dunant cerca di persuadere Napoleone III a intercedere in suo favore presso banche e creditori, scrivendo un'opera in suo onore: L'empire de Charlemagne retabli, ou le Saint-Empire Romain reconstitue, par Napoleon III.
Napoleone III, impegnato contro le truppe austriache in Italia, si mostra seccato di quell'encomio inopportuno e rifiuta di ricevere Dunant: che rimane però accanto all'imperatore e assiste alla battaglia di Solferino, il 24 giugno 1859.
La visione del campo di battaglia il mattino dopo è agghiacciante e Dunant dimentica tutto il resto: nell'immediato chiede, e ottiene, che i medici austriaci fatti prigionieri siano liberati per curare i feriti; rientrato in patria, si chiude in casa a scrivere Un Souvenir de Solférino, pubblicato a sue spese nel 1862.
L'opera è sconvolgente. Nella prima parte Dunant descrive gli eventi di guerra come in un libro di storia, mettendo l'accento sulle personalità più in vista e gli eventi militari; nella seconda invece assume la prospettiva dei soldati: e racconta di centinaia di uomini, feriti o morenti, abbandonati nei campi o nelle chiese, assistiti solo da alcune donne di Castiglione delle Stiviere.
Criticato dalla Nightingale per l'eccessivo patetismo e la mancanza di una visione razionale dei fatti, Un Souvenir de Solférino riceve l'unanime ammirazione degli scrittori (fra cui i fratelli Goncourt, Charles Dickens e Victor Hugo) e smuove la coscienza di un giovane giurista, Gustave Moynier, futuro fondatore della Croce Rossa.
Da quel momento, Moynier e Dunant collaborano, non senza contrasti, alla creazione di una istituzione internazionale preposta al soccorso dei feriti in guerra: la Croce Rossa.