Pressoché ignorato dai manuali scolastici italiani, La Fayette è stato un personaggio chiave della storia europea e americana, contribuendo in maniera decisiva alla diffusione delle idee libertarie in Europa sul finire del XVIII secolo.
Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, Marchese de La Fayette (1757-1834), spesso conosciuto semplicemente come La Fayette, è stato un ufficiale militare francese originario di Chavaniac, in Alvernia. Poco conosciuto in Italia dove appare sporadicamente menzionato nei manuali scolastici, La Fayette ha svolto un ruolo di primo piano sia nella Guerra di Indipendenza Americana sia durante la Rivoluzione Francese, meritandosi l'appellativo di eroe dei due mondi, «The Hero of the Two Worlds».
Durante la Guerra di Indipendenza Americana, La Fayette si distingue in più occasioni per il suo coraggio e le sue capacità militari. Amico personale di George Washington, La Fayette partecipa, con ruoli di comando e di responsabilità crescenti, a tutte le principali battaglie della guerra di Indipendenza, dal 1777 al 1779. Dopo aver negoziato l'invio di truppe regolari francesi a sostegno della causa degli indipendentisti, riparte per gli Stati Uniti nel 1780, guidando un contingente franco-americano durante l'assedio di Yorktown, fino alla capitolazione degli Inglesi (19 ottobre 1781).
Altrettanto importante è il ruolo di La Fayette negli eventi precedenti e seguenti la Rivoluzione Francese (14 luglio 1789). Convinto della legittimità delle istanze libertarie americane, della vanità delle guerre di religione e della sostanziale uguaglianza di tutti gli uomini, La Fayette diffonde in Europa le nuove idee. Come esponente della nobiltà usa la sua influenza per trattare con i suoi pari e il Re l'approvazione di una serie di riforme a sostegno dei ceti più deboli; accolto in patria come eroe di guerra, riesce a imporsi anche nell'orizzonte post-rivoluzionario, cercando di limitare la violenza e gli eccessi del periodo giacobino.
Senza tenere conto di interessi personali, riesce a suggerire e talora realizzare riforme di portata epocale. Influenzato dalla sua amicizia per Washington, che era protestante, convince Luigi XVI a promulgare l'Editto di Versailles sulla libertà religiosa nel 1787; l'11 luglio 1789 presenta all'Assemblea Nazionale una bozza della «Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino», scritta di suo pugno. Allo stesso modo, in qualità di comandante della Guardia Nazionale, impone con la forza il rispetto dell'ordine venendo a duri contrasti con il governo giacobino (1791).
Minacciato in patria dai Rivoluzionari, temendo per l'incolumità sua e della sua famiglia, nel 1792 tenta di fuggire negli Stati Uniti: ma viene catturato dagli Austriaci che lo condannano a 5 anni di carcere proprio per le sue attività rivoluzionarie. Rilasciato per intervento di Napoleone, rientra in Francia nel 1797, ma rifiuta di far parte del governo. Incrollabile sostenitore dei propri ideali e servitore leale del suo paese, La Fayette diventa membro liberale della Camera dei Deputati durante la Restaurazione (1815), carica mantenuta fino alla morte. Durante la «Seconda Rivoluzione» del 1830 rifiuta di diventare Dittatore, sostenendo la candidatura di Luigi Filippo come monarca costituzionale.
Nel 1824, il presidente degli Stati Uniti James Monroe invita La Fayette come «ospite della Nazione». Durante il suo soggiorno americano La Fayette visita, in un lunghissimo viaggio, tutti i ventiquattro stati dell'Unione: molte città e molti monumenti portano da allora il suo nome, in segno di gratitudine e di rispetto.
Muore il 20 maggio 1834 e viene sepolto nel cimitero di Picpus a Parigi. Secondo una tradizione, La Fayette riposa sotto una bandiera americana dal giorno della sua morte: quel simbolo di libertà e di amore fra i popoli non venne rimosso neppure durante l'occupazione nazista di Parigi.