Donne di AFS
Le donne dell'American Field Service

Quando si menziona l'American Field Service si pensa essenzialmente a una associazione maschile: uomini sono i Fondatori, Abram Piatt Andrew e Stephen Galatti, uomini sono gli ambulanzieri che nel corso di due guerre mondiali hanno portato aiuto e assistenza ai feriti direttamente in prima linea. Ciò è senz'altro vero; ma è altrettanto vero che senza l'aiuto di numerose benefattrici e volontarie l'AFS non sarebbe mai esistito o sarebbe stato molto diverso. Inoltre, le cose sono gradualmente cambiate a partire dal secondo dopoguerra: la trasformazione di AFS da associazione di ambulanzieri ad associazione di scambi studenteschi ha incentivano moltissime donne ad aderire in qualità di volontarie.

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Donne di AFS
Dame americane e una nobildonna francese

La sponsorizzazione di alcune facoltose signore americane, in particolare di Anne Vanderbilt, e la generosità della Contessa de la Villestreux permettono all'American Field Service di staccarsi dall'Ospedale americano di Parigi e rendersi indipendente.

Con l'espressione Dame americane (Les Dames américaines) si intende un gruppo di donne dell'alta società americana, dotate di spirito di iniziativa e immense ricchezze, che fecero opera di beneficenza in Francia, a favore dei feriti e della popolazione civile, a partire dallo scoppio della Prima Guerra mondiale.

Nel loro complesso le Dame americane appartengono a una generazione di donne, forse la prima nella storia, che ha avuto il beneficio di ricevere un'educazione formale pari a quella tradizionalmente riservata agli uomini. La guerra diventa per queste signore l'occasione di fare buon uso delle loro capacità organizzative, della loro intelligenza e del loro denaro con il pieno supporto morale dell'Alta Società, su entrambe le sponde dell'Atlantico.

Secondo una secolare tradizione francese, rinverdita dall'atmosfera rétro della Terza Repubblica, era normale che le nobildonne praticassero la beneficenza a vantaggio delle popolazioni urbane o rurali che entravano a vario titolo nella loro sfera di influenza. L'atteggiamento benevolo dell'opinione pubblica, unito alla maggiore libertà di azione di cui les Dames américaines potevano godere in quanto straniere, favorisce moltissimo la loro attività.

Il fenomeno, nel suo complesso, è imponente, e va a beneficio sia delle popolazioni colpite sia delle associazioni che, come l'American Field Service, operavano nelle zone di guerra. Pioniera del movimento può essere considerata la celebre scrittrice statunitense Edith Warton che, con l'aiuto di alcuni amici, fonda già nel 1914 la American Refugee Hostels per dare ospitalità ai rifugiati Belgi in fuga dalle Fiandre verso Parigi.

donne di AFS Fra le altre iniziative importanti vanno ricordate la American Fund for French Wounded (AFFW), attiva dal 1915; e la CARD - Comité Américain pour les Régions dévastées che, pur sviluppatasi dalla AFFW, rivolgeva la sua attenzione alla popolazione civile. Fra le animatrici di entrambe le associazioni troviamo Anne Murray Dike (1878-1929) e soprattutto Anne Morgan (1873-1952), che si impegnò a favore dei civili francesi fino al 1940: quando, arresasi la Francia ai nazisti, fu costretta a rientrare in patria, per poi fare ritorno, al seguito delle truppe alleate, nel giugno del 1945.

Anne Morgan (1873-1952) merita un posto importante nella storia dell'American Field Service perché fu lei a ristrutturare il Castello di Blérancourt, a concepire l'idea di crearvi il Museo della cooperazione franco-americana nel 1924 e successivamente a predisporre uno spazio, il Padiglione dei volontari americani, destinato ad accogliere i cimeli dell'American Field Service, inaugurato l'11 settembre 1938.

Questo sarebbe avvenuto dopo la Grande Guerra. Ma è probabile che, senza l'intervento di due donne in particolare, una americana e l'altra francese, l'American Field Service non avrebbe potuto rendersi finanziariamente autonomo dall'Ospedale Americano di Parigi né disporre di una sede propria: si tratta di Mrs. Anne W.K. Vanderbilt e della Comtesse de la Villestreux.

donne di AFS Nel secondo volume della monumentale History of the American Field Service in France, pubblicato nel 1920, queste due donne, pur così diverse fra loro, sono le uniche a dividersi una sezione intitolata The Loyal Friends of the Field Service. Meritano perciò una attenzione particolare. (immagine 2)

La Comtesse de la Villestreux, appartenente alla facoltosa famiglia degli Hottinguer, di antica nobiltà protestante, concede in uso all'American Field Service la sontuosa residenza di famiglia, situata al n. 21 di Rue Raynouard nel cuore di Parigi. Questa donna, attiva e modesta, non ha lasciato molte memorie di sé: risulta quindi interessante leggere questa testimonianza, firmata dall'ambulanziere Arthur J. Putnam:

«Venne finalmente il giorno in cui abbiamo visto per la prima volta la Contessa de la Villestreux con il suo velo da infermiera, parlare nella hall con la signorina Lough, e tutti noi, da quel momento, le abbiamo voluto bene.

Durante l'anniversario del 14 luglio l'abbiamo incontrata di nuovo, alla Grande Revue a Vincennes, e abbiamo applaudito, stando in piedi accanto a lei, i cappotti blu sbiaditi e le bandiere lacere. Quella mattina, lei ha acconsentito a tornare indietro insieme noi in rue Raynouard sulla camionetta; e che onore è stato farle posto e procedere a scossoni attraverso una Parigi già in vacanza, seduti nella parte posteriore del veicolo su un sacco di patate accanto a Touraine, il cuoco, che ha sbucciato cipolle per tutto il tragitto.

Lei corrispondeva così esattamente alla nostra immagine ideale di una contessa, con in più un fascino inatteso, che ci sembrava perfettamente naturale che fosse stata proprio lei e la sua famiglia ad averci donato non solo il "21", ma anche tutta la sua attenzione per noi ragazzi che allora vi abitavamo.

Se qualcuno era malato, la Contessa si faceva carico di fargli visita ogni giorno e controllare che ogni cosa venisse fatta per il suo conforto, e se il malato si trovava in un lazzaretto con il vaiolo o in un ospedale con un brutto raffreddore, non faceva per lei nessuna differenza. Fra le sue braccia è morto un giovane americano, che altrimenti non avrebbe avuto nessuno al suo fianco per rendere meno amari i suoi ultimi istanti di vita.

donne di AFS Tutto ciò non le impedisce in alcun modo di prestare ogni giorno servizio in un importante ospedale riservato ai soldati francesi malati di tubercolosi».

Mrs. W.K. Vanderbilt, nata Anne Harriman (1861-1940), il 26 aprile del 1903 aveva sposato William Kissam Vanderbilt (1849-1920). Un matrimonio che si potrebbe definire di interesse, fra due persone disincantate ed esperte della vita: entrambi erano esponenti della élite finanziaria franco-americana e possedevano una gigantesca fortuna, entrambi avevano una mentalità molto aperta, ed entrambi, sia pure per ragioni diverse, erano già stati sposati. Lui aveva dato scandalo con il suo divorzio, causato da innumerevoli adulteri; lei era rimasta vedova due volte e si presentava alle terze nozze con quattro figli.

donne di AFS Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, Anne Vanderbilt aveva 53 anni e occupava il ruolo di coordinatrice delle infermiere presso l'American Ambulance di stanza all'ospedale americano di Neully. In quell'occasione ebbe l'opportunità di conoscere e apprezzare sia Abram Piatt Andrew sia l'American Field Service, divenendo una delle più accanite sostenitrici dell'associazione.

Rispetto al marito, che avrebbe rivolto i suoi interessi alla Escadrille Lafayette, di cui fu uno dei principali finanziatori, Anne rimane affascinata dalla personalità di Piatt Andrew e comprende le potenzialità dell'AFS.

In particolare, è lei a finanziare la costruzione delle prime dieci ambulanze e soprattutto è lei a garantire all'AFS l'indispensabile sostegno economico: la Contessa de la Villestreux aveva fornito la sede; lei i soldi per rendere l'associazione pienamente operativa.

Così la ricorda Abram Piatt Andrew:

donne di AFS «Mrs. Vanderbilt possiede sia l'intelligenza e la forza di un uomo sia il fascino e la grazia di una donna e, quel che preferisco in lei, una prospettiva individuale molto fine sulle cose che nella vita sono davvero importanti. Mi ricorda spesso Mrs. Gardner, soprattutto in questo: che lei non pensa mai due volte al proprio benessere fisico quando potrebbe interferire con una esperienza interessante».

Due episodi sembrano confermare in pieno il giudizio di Piatt Andrew: l'aiuto "femminile e molto pratico" dato agli Ambulanzieri per arredare decorosamente il "21"; e soprattutto la sua presenza sulla linea del fronte, a Pont-a-Mousson, nel 1916. Scrive l'ambulanziere Preston Lockwood:

«Molti di noi ricordano anche come lei è venuta di nuovo a trovarci al Fronte nel 1916, quando alcune donne si misero in viaggio attraverso le linee. Andrew aveva telegrafato: "Arriveranno con Vanderbilt", e noi, pensando che naturalmente significasse il signor Vanderbilt, siamo rimasti di stucco quando abbiamo visto comparire lei in mezzo a noi. donne di AFS

Lei ha visitato la maggior parte delle nostre postazioni avanzate in un momento in cui la nostra ammirazione per il suo coraggio si mescolava con una sincera preoccupazione per la sua sicurezza; ha poi trascorso la notte con noi a Pont-a-Mousson durante un bombardamento pesante. È stato allora che abbiamo scoperto quanto fosse entusiasta del nostro lavoro, e come fosse desiderosa di imparare qualcosa di nuovo circa i problemi e i bisogni della nostra esistenza quotidiana.

Questa era proprio la nota dominante del suo interesse per il Field Service. Per quattro anni lei non rimase indifferente a nulla che ha avuto a che fare con il nostro lavoro e lo spirito con cui lo abbiamo fatto, sia che si trattasse di un semplice dettaglio sia di questioni di portata più vasta».

donne di AFS Fra le altre donne che sostennero l'attività dell'AFS in Francia vanno anche ricordate Mrs. Harry Payne Whitney, née Gertrude Vanderbilt (1875-1942), che finanzia la trasformazione dell'Oratorio di Juilly, risalente al XVI secolo, in un secondo ospedale americano per l'assistenza ai feriti francesi, che fu utilizzato anche dall'AFS. Benché il suo interesse principale fosse rivolto all'arte - era lei stessa scultrice di buona fama - durante la Prima Guerra Mondiale si distinse per la sua attività caritativa in Francia.

Infine, troviamo Anne Murray Dike (1878-1929), amica di Anne Morgan, insieme ad altre Dames americaines in partenza nel 1917 da New York per Bordeaux, al fine di portare aiuto alle popolazioni colpite in Francia. È sepolta a Blérancourt nel cimitero, fuori della chiesa poiché era di religione protestante. L'iscrizione sulla tomba, oggi quasi del tutto illeggibile, ci restituisce queste parole: «She made France the total gift of her thought, heart and force, and merits a place of elite in the recognitin of the country».

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Un nuovo ruolo per le donne dell'AFS

Durante la Seconda Guerra Mondiale il ruolo delle donne dell'AFS si fa più vario: se la tradizione delle attività di beneficenza viene continuata da Mary Borden Spears, le donne assumono un ruolo più attivo all'interno dell'organizzazione proponendosi persino come guidatrici di ambulanze.

Alla scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nei veterani dell'AFS nasce il desiderio di dare una mano, di essere nuovamente parte attiva dell'organizzazione: quelli che nel 1914-1917 erano ragazzi, ora sono uomini e molti di loro hanno una famiglia. Fra le donne dell'AFS vanno menzionate anche le loro mogli: compagne amorevoli e comprensive, che non si oppongono all'idea di restare sole, magari a gestire una famiglia, mentre il loro uomo parte volontario per una guerra lontana.

Fra loro c'è anche Jane, moglie di Andrew Geer, del futuro Capitano Geer, che, imbarcatosi il 6 novembre 1941, sarebbe stato al servizio degli Inglesi e protagonista nella battaglia di El-Alamein.

Nella prefazione del suo libro autobiografico Mercy in Hell. An American Ambulance Driver with the Eigth Army, il Capitano Geer ci riferisce quanto segue:

«Da quel momento fui posseduto dalla necessità cosciente e urgente di servire. Ma non potevo chiedere a Jane di lasciarmi andare. Non si può dare espressione a certi pensieri. Come si fa a dire alla propria moglie: "Cara, c'è una guerra in Europa, voglio andare. Sospendiamo il nostro matrimonio per due o tre anni intanto che corro ad unirmi ad un esercito straniero". Ma il desiderio era lì. Covava dentro di me. [...] Finalmente vidi un giorno su un quotidiano un annuncio dell'American Field Service che cercava volontari per guidare ambulanze in Medio Oriente. Mentre lo leggevo sapevo che era quello che cercavo. [...] Jane acconsentì. Quarantotto ore dopo firmai per un anno».

donne di AFS L'inopinata resa della Francia ai nazisti, il 25 giugno del 1940, persuade i vertici dell'AFS a dare il proprio sostegno agli Inglesi. Con la consueta energia, Stephen Galatti fa in modo che siano mandate a Londra le prime ambulanze: la città infatti viene regolarmente bombardata dai Tedeschi e c'è bisogno di aiuto.

A causa della mobilitazione dell'esercito inglese, impegnato a combattere sui numerosi fronti del conflitto, le ambulanze dell'AFS sono guidate da donne inglesi, appartenenti al MTC (Mechanized Transport Corps) e al WTS (Women's Transport Services). Pur essendo di nazionalità diversa e pur non avendo conosciuto, se non per caso, la storia dell'AFS, queste donne ambulanziere condividono con i loro fratelli statunitensi gli ideali e sembrano possedere anche il loro spirito impavido e ironico.

Emula dell'esempio dalle Dame americane in Francia e in particolare di Edith Warton, l'ereditiera e scrittrice americana Mary Borden Spears (1886-1968) avrebbe presto incrociato sul suo cammino l'American Field Service.

Attiva sul suolo francese già durante la Prima Guerra Mondiale, dove aveva conosciuto e sposato l'amore della sua vita, il giovane militare Edward Spears (1886-1974), Mary Borden riprende la sua attività in Francia nel 1940. Non ha più la favolosa ricchezza di un tempo, bruciata dalla crisi del 1929, ma lo spirito è rimasto identico; in più, suo marito ha fatto carriera ed è diventato Generale dell'esercito britannico.

Caduta la Francia, Mary Borden riorganizza le sue unità ospedialiere da campo, la Ambulance Hadfield-Spears, e le mette al servizio dell'esercito inglese e delle Forze Libere Francesi, in Palestina. A questo gruppo, che era formato per lo più da obiettori di coscienza inglesi di confessione quacchera, vengono aggiunti sedici volontari dell'AFS.

Secondo la testimonianza resa da Jacques Duprey, che prestò servizio presso quella struttura come ufficiale, nel libro L'Ambulance Hadfield-Spears. La drôle d'équipe, la compagnia era male assortita:

«L'ambulanza gonfia i suoi effettivi in previsione della imminente campagna. Sedici volontari dell'American Field Service, detti AFS'er, venuti dagli Stati Uniti più per "far casino" che per svolgere l'umile e utile lavoro di Ambulanzieri, si aggiungono provvisoriamente, come infermieri e guidatori, al gruppo dei Quaccheri inglesi, che hanno un carattere tutto diverso. Si tratta di: Andrew Ramson e Oscar Sewall, comandanti del gruppo; Lawrence Ball, Robert Carson, Robert Dickie, Francis Foster, David Hayes, Norman Jefferys, Rebel Knelton, Edward Latham, Arthur Little Smith, Alan et Louis Stuysevant (sic: Stuyvesant, N.d.R.), Williams Throop et John Wellborn».

La testimonianza di Duprey è ingenerosa: in quell'elenco di "casinisti" americani compaiono quattro uomini che avrebbero ricevuto alte onorificenze per il valore del loro servizio, e uno, Alan Stuyvesant, avrebbe anche avuto la sfortuna di essere preso prigioniero dai Tedeschi, in Nord Africa.

Testimonianza ingenerosa, ma tutto sommato vera: nonostante gli sforzi profusi dalla povera Mary Borden, che in quel momento era malata, la convivenza fra i miti Quaccheri inglesi e i più vivaci volontari dell'AFS risulta impossibile. Scrive Mary Borden:

«Alla fine, l'American Field Service si è staccato. Non avevano mai voluto essere uniti a un ospedale. Alcuni sono ritornati negli Stati Uniti, altri si sono offerti ai Francesi come autisti di ambulanze, uno - lo chiamavamo Smithy - si era innamorato di Nancy Wright e si erano sposati poco dopo a Beirut. La Friends Ambulance ha colmato i posti vacanti dal Cairo: quindi abbiamo piegato le nostre tende e caricato i nostri camion e preso la nostra strada».

Le strade fra Mary Borden e l'AFS si sarebbero divise per sempre: ma quel tentativo non del tutto riuscito avrebbe aperto le porte alla decisiva collaborazione fra l'AFS e l'esercito britannico.

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The right woman at the right time

Sachi Mizuki Kuwamoto, figura di spicco dell'American Field Service nel secondo dopoguerra, rappresenta in modo emblematico la crescita dell'importanza del ruolo delle donne nell'Associazione.

Nel secondo dopoguerra la mission dell'American Field Service cambia radicalmente: per fortuna, il tempo degli ambulanzieri in servizio sui campi di battaglia è finito e l'Associazione decide di dedicare i suoi sforzi agli scambi studenteschi, nella convinzione che il dialogo e il confronto fra persone di culture diverse possano prevenire i mali del mondo. Questo cambiamento ne porta con sé un altro, non meno importante: il numero delle volontarie cresce vertiginosamente e molte di loro, grazie alle loro capacità e al loro spirito di servizio, raggiungono ruoli direttivi nell'organizzazione. A segnare simbolicamente l'accresciuta importanza delle donne nell'organizzazione vale il caso di Beryl Levinger, prima presidente donna dell'AFS fra il 1989 e il 1992.

donne di AFS «La donna giusta al momento giusto» è invece Sachiye (Sachi) Mizuki Kuwamoto, che per alcuni particolari della sua biografia e per la progressiva importanza dei ruoli da lei ricoperti nell'American Field Service può essere considerata esemplare di tutte le volontarie.

Nativa di Sanger, cittadina rurale della contea di Fresno in California, Sachi è cittadina americana e vive la sua prima infanzia come una vera California Farm Girl: ma quando nel 1941 gli Stati Uniti dichiarano guerra al Giappone, la vita di Sachi subisce un profondo trauma.

A causa dell'Executive Order 9066 proclamato dal Presidente USA Franklin Delano Roosevelt, tutte le persone di origine giapponese dovevano allontanarsi da alcune zone di esclusione, fra cui la California, ed essere internate in campi a loro riservati. Sachi e altre centoventimila persone subirono questo destino: anche se due terzi di loro sono cittadini americani. Sachi e la sua famiglia vengono destinate al Colorado River Relocation Center: dove a causa dell'affollamento, diversi nuclei famigliari erano costretti a vivere forzatamente insieme, in prefabbricati di legno.

Grazie alla mediazione dei Quaccheri, Sachi può a lasciare il campo e frequentare la Buknell University in Pennsilvanya, il cui college accettava studenti di origine giapponese. La rete di assistenza dei Quaccheri l'aiuta anche a trovare lavoro come Baby Sitter: il rapporto con la famiglia resta buono e Sachi, terminati gli studi, ha a disposizione una base a New York.

L'incontro di Sachi con l'American Field Service avviene per caso. Iscritta a una agenzia di collocamento, riceve nel 1948 la telefonata di Robert Bob Applewhite, ex ambulanziere che lavorava allora con Galatti a New York. Sachi comincia così la sua carriera all'AFS come lavoratore temporaneo, per Stephen Galatti, che necessitava di una segretaria dattilografa: un lavoro che spesso si prolungava oltre l'orario, e decisamente malpagato, considerata la propensione di Galatti a investire ogni centesimo per finanziare nuove borse di studio.

donne di AFS Mentre Sachi si guardava intorno alla ricerca di un altro lavoro, Galatti la promuove, affidandole la gestione dell'accoglienza del primo gruppo di 50 studenti ospitati negli Stati Uniti. Nel giro di pochissimi anni, grazie al duro lavoro e a una consonanza spirituale con gli scopi dell'AFS - con il suo passato, Sachi era una testimonial esemplare dell'associazione - Sachi diventa prima Assistente del direttore generale (nel 1952), poi Associate Director of Programs nel 1960 e infine, nel 1970, Life Trustee di AFS.

Senza farsi notare, con i suoi modi educati e il sorriso semplice di chi ha sofferto, Sachi è stata protagonista di tutti i momenti importanti dell'AFS dal 1948 fino a oggi: ha avuto l'incarico di organizzare il primo Bus Trip; ha gestito il programma di accoglienza dei primi borsisti tedeschi in America e avviato l'Americans Abroad Program, che permetteva a giovani americani di trascorrere un anno all'estero, in Europa e Nuova Zelanda (Liceali tedeschi in America… e liceali americani in Germania). È lei, come molte altre volontarie, a garantire la continuità dopo la morte di Galatti nel 1964: e anche Arthur Howe, successore di Galatti alla guida di AFS, ripone fiducia nelle sue capacità, promuovendola ad Assistant Director of Programs (Aprirsi al mondo, fra contestazione e rinnovamento).

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