AFS, l'Italia e Intercultura
Le origini: AFS Associazione italiana

Per iniziativa di numerosi ex borsisti, il 18 dicembre del 1955 viene fondata l'AFS Associazione Italiana, con il compito di sostenere le iniziative dell'American Field Service in Italia.

La prima borsista italiana ad andare negli Stati Uniti grazie al programma istituito dall'AFS nel secondo dopoguerra è stata Teresa Gennari Santoro, che così rievocava la sua esperienza durante il convegno Aprire le scuole al mondo tenutosi a Roma il 25 gennaio 2006:

«Nel settembre del 1948 mi sono imbarcata insieme a quattro-cinque studenti europei su una nave americana, che durante la guerra era adibita al trasporto delle truppe militari; dopo un viaggio durato 12-13 giorni, siamo arrivati a un molo del porto di New York, ora non più esistente. Il direttore dell'American Field Service, allora Stephen Galatti, che dirigeva l'associazione americana di cui Intercultura è la sezione italiana, nei miei susseguenti viaggi a New York mi presentava come la sua più "ancient student", la studente più antica, e in effetti lo ero.

AFS, l'Italia e Intercultura Devo dire che sono debitrice a Intercultura di avermi dato la possibilità di un soggiorno negli USA in quei tempi; difatti al ritorno conclusi i miei studi universitari e iniziai il mio lavoro presso l'Ufficio culturale all'Ambasciata americana e successivamente alla Commissione scambi culturali Italia-USA, che amministrava il programma Fullbright e che si interessava di inviare cittadini italiani a livello universitario e postuniversitario, professori, ricercatori negli USA, con borse di studio e borse di ricerca. Tutto questo lo devo a Intercultura. Tuttavia ho un po' di rimorso, perché il mio lavoro mi ha assorbito talmente tanto che non mi sono adoperata con Intercultura a livello volontario; però, come si suol dire, forse non è mai troppo tardi, cercherò di farlo negli anni futuri».

Il 18 dicembre 1955, alcune decine di giovani, ritornati in Italia dopo aver preso parte ad un programma di studio negli Stati Uniti, si incontrano a Roma nell'Auditorium dell'Ambasciata Americana in via Veneto, e decidono di fondare l'AFS Associazione italiana, con il compito di promuovere i programmi dell'AFS in Italia. Come presidente viene eletto Alfonso Vittorio Damiani, che era stato studente negli Sati Uniti soltanto pochi anni prima.

L' AFS Associazione italiana, che contava gruppi di sostenitori in varie città italiane, viene organizzata in una serie di "comitati locali" (oggi ribattezzati "centri locali"), presenti a Bari, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Furono questi ex borsisti e le loro famiglie a promuovere i programmi nelle scuole della loro zona e ad incrementare il numero dei candidati, nonché a trovare le prime famiglie ospitanti per il programma estivo.

AFS, l'Italia e Intercultura Vista la buona crescita dei programmi, nel 1957 l'AFS Associazione italiana decide di aprire un piccolo ufficio di coordinamento a Milano, in Via Solferino 7, con una segretaria part time, anche lei ex borsista di qualche anno prima, Sandra Ottolenghi: che all'epoca era ancora studentessa universitaria.

La crescita dei partecipanti ai programmi è consistente: una cinquantina nel 1956, più di settanta nel 1957 e oltre cento nel 1958. Dall'anno scolastico 1958-59, l'AFS Associazione Italiana riesce ad ospitare anche studenti americani per un programma scolastico, prima semestrale (agosto-gennaio) e poi annuale.

Nel 1963 la piccola sede di via Solferino è ormai inadeguata. Vi lavorano due persone full time e la nuova segretaria, Lisetta Baraldi Gamondi, trasferisce la sede in piazza Cincinnato 6, in un appartamento più grande.

Trascorrono quattro anni e si verificano nuovi decisivi cambiamenti. L' AFS Associazione italiana cresce in tutta Italia, anche nel centro-sud e diventa necessario dare vita a una struttura solida, che abbia saldi rapporti istituzionali: in particolare con il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Pubblica Istruzione.

Nell'estate del 1967 assume la segreteria Roberto Ruffino che trasferisce la sede dell'Associazione da Milano a Roma, in Via Sant'Alessio 24.

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AFS, l'Italia e Intercultura
Intercultura: di nome e di fatto

Nel 1977 l'AFS Associazione Italiana diventa Intercultura: una nuova identità che permette l'indipendenza dagli Stati Uniti e concede una maggiore libertà di azione.

L'onda lunga della contestazione, l'antiamericanismo dilagante, i dibattiti che hanno scosso l'American Field Service dopo il Congresso Mondiale del 1971, impongono all'interno del movimento una seria e dolorosa discussione, che coinvolge anche le varie associazioni nazionali nate al suo interno.

Il 18 dicembre 1977 circa cinquanta persone si riuniscono a Firenze in via dei Serragli per discutere la proposta di rifondare l'American Field Service Associazione Italiana. Occasione del dibattito è il nome dell'associazione, oggetto del contendere il peso e l'importanza del legame con gli Stati Uniti. Nei volontari l'America evoca sentimenti contrastanti: per molti è sinonimo di libertà e di giustizia ed è, per tutti, il luogo dove hanno trascorso un anno indimenticabile; ma è anche il paese che presenta sacche di razzismo, che ostenta un imperialismo aggressivo contro il piccolo Vietnam, che ha tollerato l'assassinio di Kennedy.

Il rapporto con gli Stati Uniti poteva anche essere di ostacolo: quando, nel 1974, l'American Field Service Associazione Italiana aveva richiesto l'affiliazione al Centro Europeo della Gioventù, la domanda aveva incontrato resistenze proprio a causa del legame, ritenuto ambiguo, con gli Stati Uniti.

AFS, l'Italia e Intercultura Nel 1977 la discussione degenera in conflitto. Il dibattito relativo alla validità di programmi educativi incentrati sulla scuola e sulla cultura degli Stati Uniti, si rivela talmente acceso che la maggioranza dei volontari decide di uscire dall'AFS Associazione Italiana e di fondare una nuova realtà, che abbia un nome nuovo e maggior margine di manovra rispetto al passato.

Questa la testimonianza di Carlo Fusaro, Presidente di Intercultura fra il 2003 e il 2007, membro del Board of Trustees di AFS Intercultural Programs e consigliere della Fondazione Intercultura:

«Ero consigliere di quartiere a Firenze e trovai in via dei Serragli la prima sede della nuova associazione. Sapevamo di dover ricostruire tutto da zero e volevamo che già dal nome si capisse che volevamo porci al di là di ciò che comunemente s'intende per andare all'estero: imparare un'altra lingua e farsi nuovi amici. Fu importante parlarne allora, in quel giorno anche difficile; ci fece capire l'importanza di dover integrare l'esperienza di vita all'estero con un grande lavoro di consapevolezza sull'esperienza stessa. Il nome che scegliemmo è diventato oggetto di studi accademici ed è stato poi mutuato in tutto il mondo AFS, dall'organizzazione internazionale a molti uffici nazionali».

Il nome scelto per questa nuova associazione è Intercultura. Un nome che, nella concitazione di quei momenti, non piace subito a tutti, perché ritenuto poco comprensibile. Il nome alternativo, "Culture a Confronto", era certo più chiaro: ma aveva il difetto di utilizzare più parole e generava un acronimo inelegante, C.A.C.

AFS, l'Italia e Intercultura Il cambio di nome porta con sé un cambiamento di rotta: il baricentro dell'associazione non si trova più negli scambi studenteschi in quanto tali; ma questi ultimi sono considerati un mezzo imprescindibile per favorire l'educazione interculturale, intesa come valore in sé e strumento attivo per costruire la pace nel mondo.

Non sono soltanto belle parole. A dimostrarlo, fra le tante iniziative, Il progetto di una comunità educativa internazionale a Chatillon nel 1970, che avrebbe anticipato quella creata dai Collegi del Mondo Unito a Duino dieci anni dopo, dove cento studenti di tutto il mondo potessero vivere insieme, seguendo corsi pensati appositamente per loro; le iniziative realizzate a San Gimignano in cooperazione con la SIETAR, Society for Intercultural Education Training and Research; i corsi estivi con Danilo Dolci in Sicilia per i borsisti stranieri, dove i ragazzi potevano confrontarsi sull'educazione alla convivenza e sulle pratiche educative in vigore in tante parti del mondo.

Per accrescere il patrimonio ideale di Intercultura e dare coerenza alle varie iniziative avviate nel 2007 viene fondata la "Fondazione Intercultura per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali", una ets che promuove ricerche, incontri e corsi sui grandi temi transnazionali nell'Europa e nel mondo e sui rapporti di studio e lavoro tra persone di culture diverse, coinvolgendo università italiane e internazionali; documenta i programmi esistenti di studio e di stage all'estero, attraverso indagini annuali coordinate dall'Osservatorio istituito nel 2009; sperimenta programmi innovativi di scambi giovanili soprattutto con Paesi emergenti (Cina, India, Paesi a prevalente cultura islamica), assegnando borse di studio a giovani che non dispongono di mezzi economici per partecipare a questi programmi.

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AFS, l'Italia e Intercultura
Una vocazione europea

Il bisogno di aprirsi al mondo, così sentito negli anni Sessanta e Settanta, si concretizza per Intercultura in un rapporto speciale con gli altri paesi europei della grande famiglia dell'AFS.

Dopo la morte di Stephen Galatti nel 1964, a New York si tiene il congresso mondiale di AFS. I rappresentanti italiani spingono per la creazione di un International Field Service: una struttura meno americana - ma non per questo ostile agli Stati Uniti - e più aperta al mondo intero.

Novembre 1964. I volontari di Torino lanciano una nuova iniziativa, per dare concretezza alla loro ideale apertura al mondo: trovati i fondi necessari, organizzano un convegno per ospitare i rappresentanti delle associazioni europee legate all'AFS. Aderiscono dodici paesi e viene deciso di creare un notiziario europeo e di ritrovarsi con scadenza annuale, al fine di valutare il lavoro svolto e di intraprendere iniziative comuni.

Il successo dell'iniziativa è tale che, nel 1967, viene deciso di aprire un ufficio di coordinamento europeo a Bruxelles e nel 1971 viene fondato AFS-Europa, che dal 1975 sarà ribattezzato Efil: Federazione europea per l'apprendimento interculturale. A fronte del silenzio delle istituzioni italiane, la creazione dell'Efil permette a quegli stessi giovani volontari, così poco considerati in patria, di aprire rapporti con l'Unesco, il Consiglio d'Europa e l'Unione europea.

Ricorda Roberto Ruffino, Segretario Nazionale di Intercultura:

«Strasburgo e Bruxelles sono stati passaggi attraverso cui aggirare la sordità delle istituzioni italiane, sospettose o indifferenti verso un associazionismo che non si qualificava per appartenenza politica o religiosa, qui dove il "chi ti manda?" prevaleva quasi sempre sul "che cosa vuoi fare?". Al Consiglio d'Europa siamo arrivati nel 1974, entrando dalla porta del Centro Europeo per la Gioventù, la splendida struttura creata soprattutto per impulso delle democrazie scandinave a Strasburgo. Il Centro diventò la sede dei nostri "colloqui" internazionali sulla pedagogia degli scambi - i primi in assoluto a trattare questi temi - che attrassero sociologi, educatori e pedagogisti del calibro di Galtung, Suchodolski, El Koussy e ci fecero conoscere anche alla Commissione Europea e all'Unesco».

AFS, l'Italia e Intercultura Dal 1975 Intercultura collabora con l'Unesco, con cui ha realizzato il documento sugli scambi internazionali fra i giovani e ha organizzato, nel 1987, la prima conferenza mondiale di esperti. Ha partecipato attivamente agli "Incontri informali di Ginevra" dedicati alle politiche giovanili; membri di Intercultura si trovano nella delegazione che si reca in Russia nel 1989 per vagliare la possibilità di scambi educativi fra le varie Repubbliche e l'occidente.

Per il Consiglio d'Europa, Intercultura ha fatto da relatore per le due conferenze sull'intolleranza (1980 e 1990), ha condotto studi e ricerche, redatto numerosi documenti e organizzato iniziative internazionali, come la "Rete europea per scambi scolastici", un corso di formazione per quadri di organismi giovanili internazionali.

Con l'Unione Europea, Intercultura collabora ininterrottamente dal 1975, nell'ambito di numerose iniziative. Fra le più importanti ricordiamo lo studio sulla mobilità giovanile in Europa del 1981; la conferenza in Burkina Faso sugli scambi interculturali fra Europa e Africa, nel 1983; l'indagine, in oltre duemila scuole di 19 paesi europei, sulla conoscenza e la percezione degli scambi individuali di studenti (nel 2002-2003); il progetto pilota, inaugurato nel 2007-2008, sugli scambi scolastici individuali a livello di liceo, sul modello di quanto già si fa con l'Erasmus degli universitari.

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